Sulla strada della Fantasia..

Benvenuti a tutti voi che in un modo o nell'altro siete capitati sul mio blog.. Il mio nome è Claudia e come potrete immaginare visto e considerato il titolo del mio blog, sono una persona con la testa perennemente sulle nuvole, e con una grande passione per la scrittura.. Da circa due anni leggevo storie su storie inventate da tanti ragazzi all'incirca della mia età su EFP..

Nonostante la voglia di mettermi a scrivere, però non ho mai trovato il coraggio di pubblicare quelle che storie che secondo me non erano all'altezza.. Eppure un giorno mi decisi e pubblicai la prima storia, che con sorpresa, piacque molto a tutti.. Piena di forza di volontà allora continuai a scrivere pubblicando una seconda storia.. Quella che mi ha spinto a creare questo blog : Nella fine il principio..


Questa ha avuto anche maggior successo della prima ed io non sono mai stata così contenta come nei momenti in cui leggevo le recensioni..

Qui, Sulla strada della fantasia, raccoglierò tutti i testi che la mia mente malata produce e pubblicherò quelle storie che vi sono piaciute tanto.. Ma non sarò la sola.. Anche voi scrittori e lettori potrete pubblicare le vostre storie i vostri elaborati..
Per poter viaggiare insieme in un mondo interamente dedicato alla nostra fantasia..

mercoledì 5 maggio 2010

Nella Fine Il Principio...2 capitolo




Era chiusa in quella camera da mezzora, e ancora i suoi nervi non si erano rilassati. Più pensava al modo in cui l'aveva trattata quel biondo imbecille e più sentiva la rabbia ribollirle nel sangue. L'aveva trattata come se fosse una sottospecie di insetto orribile e ripugnante. Si mise il cuscino sulla faccia e prese a sbattersi innervosita sul letto soffocando gli urletti di frustrazione. La porta si aprì all'improvviso e Daphne imbarazzatissima drizzò in piedi. Chi poteva mai essere colui che entrava senza bussare beccandola in un momento tanto imbarazzante se non il carissimo Kyle? Il rossore di Daphne si propagò su tutte le guance sotto lo sguardo derisorio del ragazzo.

-Non vorrei disturbarti nel tuo... momento di sclero giornaliero ma mia madre è arrivata e mi ha chiesto di venire a chiamarti.-

-Non saresti costretto ad assistere se adoperassi le buone maniere e bussassi prima di entrare in camera altrui -

E senza dire altro lo buttò fuori dalla stanza senza dargli possibilità di ribattere. Appoggiò la testa alla porta sconsolata. Poi si ricordò che Valerie l'aspettava di sotto e si decise a scendere non prima di essersi aggiustata visto che il suo “ momento di sclero” come l'aveva chiamato quel troglodita l'aveva praticamente scombussolata. Arrivata giù vide che non mancava nessuno. La tavola era già preparata, Valerie era intenta a cucinare, Robert a guardare il telegiornale, surclassò con uno sguardo indifferente Kyle che la guardava ghignando, e cercò l'ultimo componente della famiglia. Ad un certo punto vide una piccola testa bionda correre nella sua direzione e buttarsi addosso facendola cadere di sedere a terra per la sorpresa. La risata cristallina del bimbo riempì la stanza.

-Ciao io sono David- il biondino la guardava sorridendo e si era praticamente seduto su di lei.

-David ma cosa combini.- Valerie era stata la prima a riprendersi dallo shock – Kyle prendi tuo fratello- ma il chiamato in causa guardò la madre sogghignando – Lasciali fare amicizia, magari David si trova la fidanzatina-. Prima che qualcuno potesse rispondere qualcosa si sentì la voce di Daphne ora seduta con il bambino sulle gambe -Ma quanto sei spiritoso. Tu invece cosa sei il suo animale da compagnia? - rispose arrogantemente Daphne. La musica era cambiata era meglio far capire subito a quel pallone gonfiato come stavano le cose. Si volse verso il bambino e lo guardò con un luminoso sorriso sulle labbra

-Ciao David io sono Daphne- il bambino sempre con il suo sorriso stampato sulle labbra scese dalle sue gambe. Daphne si rimise in piedi e il bambino le prese la mano

-Vieni a vedere la mia stanzetta? Papà e Ky hanno montato la tenda- Daphne annuì al bambino e sotto gli sguardi felici dei genitori e quello totalmente indifferente di Kyle si diresse verso le scale in direzione di una porta che aveva sopra delle scritte colorate con il nome del bambino. Sempre scortata da David entrarono in quella stanza che sembrava più che altro ambientata nella fiaba di Peter pan. L'immagine di una grande nave si stagliava su tutte e quattro le pareti, giocattoli , peluche soldatini pupazzi tutto era in leggero disordine segno che il bambino ci giocava giornalmente. AL centro della stanza poi c'era un enorme tenda da campeggio addobbata come una specie di antro privato. Era azzurra e ben illuminata. AL suo interno c'erano tanti cuscini e peluche. Daphne si girò verso David che stava dietro di lei con in mano il peluche di una scimmia.. -Lui è Ky- disse con vocetta squillante David facendo le presentazioni. Daphne per poco non scoppiò a ridere; aveva chiamato la scimmia come suo fratello. In quel momento Robert entrò nella camera sorridendo e prendendo in braccio il bambino..

-Hai già presentato Ky a Daphne campione-

-Si papà Ky mi ha detto che le sta simpatica- Daphne pensò che se il vero Ky la trovasse veramente simpatica a quell'ora tanti problemi sarebbero già stati arginati. Anche se dovette ammettere che paragonare suo fratello ad una scimmia era proprio un idea geniale.. Robert però scelse quel momento per interrompere i suoi pensieri.

-Visto che so già su cosa stai fantasticando mi prendo la libertà di interromperti. Il pranzo è pronto- e con un sorriso saputello iniziarono a scendere le scale. Appena giunti vicino la cucina Daphne assistette ad una scena che la lasciò a bocca aperta. Non che ci fosse nulla di male ma vedere lui in simili atteggiamenti la portava a riflettere. Kyle mentre aiutava la madre a preparare la tavola l'aveva aiutata a prendere i piatti scoccandole un affettuoso bacio sulla guancia. “ Come può una persona essere allo stesso tempo così affettuosa e così.... bastarda” si domandò Daphne. Kyle si accorse del suo sguardo esterrefatto e le lanciò un occhiata altezzosa. Tutti stavano pian piano prendendo posto. Robert si sedette a capotavola, dall'altra parte c'erano David e Valerie e di fronte a loro c'era Kyle con accanto una sedia vuota. -Perfetto.- sussurrò a denti stretti. Le sarebbe toccato dividere il posto con quel troglodita. Scostò la sedia provocando un leggero stridio. L'unico che se ne accorse fu Kyle che non perse tempo a provocarla.

-Te l'ha mai fatto notare qualcuno che sei un ippopotamo?- domandò con voce incolore. Offesa Daphne si girò verso di lui.

-E te l'ha mai detto nessuno che sei uno troglodita dotato di inesistente delicatezza?- La rabbia scorreva a piede libero di fronte l'indifferenza che le dimostrava.

-Mm.. non vedo il motivo per cui dovrei essere delicato. Il messaggio arriva prima e rimane per più tempo nella mente di una persona. Infatti sono sicuro che tu per tutto il giorno riterrai di assomigliare ad un ippopotamo- e tornando a mangiare la ignorò completamente. Con un verso di stizza iniziò a tagliare la carne immaginando la testa di qualcun altro sotto quel coltello affilato. Una persona a caso proprio. A distrarla dai suoi istinti omicidi ci pensò Valerie..

-Daphne mi sono dimenticata di dirti che da lunedì per andare a scuola te ne andrai con Kyle- Bum. Nessun rumore si sentiva nella stanza. Kyle e Daphne guardavano ad occhi sprangati Robert e Valerie che continuavano a mangiare con tranquillità. Il primo a riprendersi fu Kyle

-E quando pensavate di dirmelo? Domenica notte magari?- si stava arrabbiando. Vicini com'erano riusciva persino a notare una vena sulla tempia che batteva velocemente. Daphne decise che era arrivato il momento di riprendersi

-Non ce né bisogno davvero. Posso prendere l'autobus o andare a piedi.. E' indifferente- cercava come minimo di evitare la rissa sul tavolo. Ma Robert intervenne e fu categorico. -Tranquilla Daphne Kyle ti accompagnerà volente o nolente. E con questo la discussione è chiusa. Kyle non disse più nulla per il resto del pranzo. Sembrava quasi come se fosse da solo in una stanza. Finito di mangiare tutti si alzarono e sparecchiarono. Poi Robert fu costretto ad andare a lavoro e Valerie rimase a pulire la cucina. Daphne ad un certo punto si sentì tirare la maglietta. Abbassò lo sguardo e vide David con un sorriso a 300 denti. Gli sorrise a sua volta capendo già qual'era l'obiettivo del bimbo.

-Allora David adesso andiamo a giocare un po' con la tua tenda?-

-Certo- rispose il bambino salendo di fretta in furia le scale anticipandola. Prima che potesse salire Valerie la bloccò -Cerca di farlo dormire, ha bisogno di riposo il pomeriggio..- e dopo averle regalato una carezza sulla mano se ne andò nella cucina. Si girò e vide che Kyle se ne era già andato in salotto. Non le restò altro che salire le scale e raggiungere David che già stava preparando la tenda. Giocarono per più di un ora a tanti passatempi strani. Lottarono con i soldatini, David le elencò i nomi di tutti i suoi peluche fino a quando stremato non si addormentò nella tenda. Si sdraiò anche lei nella tenda osservando il bambino. Aveva sempre desiderato avere un fratellino. Ma sfortunatamente non c'era stata l'occasione. Scacciò via i brutti pensieri e si sdraiò accanto al bambino. Sentiva un leggero torpore dentro di se che le faceva venire istintivamente voglia di chiudere le palpebre ormai diventate troppo pesanti. Dopo pochi minuti si addormentò stringendo fra le mani il suo portafortuna che era sicura permetteva ai suoi genitori di vegliare su di lei.

***

Qualcosa la stava scuotendo ma lei imperterrita decise di non muoversi. Con un mugugno infastidito si girò dall'altra parte, ma oramai il suo sonno era agli sgoccioli.. Sentì una voce sarcastica proferire con divertimento..

-Non ho parole. Bionda russi anche!- nonostante il sonno riconobbe immediatamente quella voce e si alzò di scatto colpendo qualcosa di duro. Senza rendere conto aveva dato una potente testata al ragazzo che ora si teneva dolente il naso. Gli occhi mandavano lampi. Subito si avvicinò al ragazzo

-Scusa Scusa scusa … Giuro non l'ho fatto apposta.. Oddio- gli prese il volto in una mano e notò che sanguinava leggermente. -Aspetta qui vado a prendere del ghiaccio- l'unica cosa che sentì mentre correva giù per le scale fu l'urlo di Kyle

-E dove cazzo dovrei andare secondo te ?!- il primo impulso era stato quello di mandarlo in un bel posticino ma visto che ( quella volta ) stava dalla parte del torto decise di mordersi la lingua e non rispondergli. Prese del ghiaccio dal freezer e notò il biglietto che aveva lasciato Valerie. <> poteva essere considerato danno l'aver quasi ucciso suo figlio con una testata? Scosse la testa e tornò su con il ghiaccio. Non si sentivano rumori

-Kyle sei morto?- entrò e lo vide poggiato con la schiena al letto di David con la testa all'indietro -Ti piacerebbe Biondina- aveva usato un tono funebre.. - il tuo tentato omicidio è andato male, dovrai ritentare

-Se tu non mi avessi svegliato con i tuoi toni soavi e delicati a quest'ora non saremmo in questa situazione – mentre parlava iniziò a tamponargli il naso tergendo il sangue. -Non sarebbe stato necessario gridare sprecando la mia superba voce ma il rumore del tuo russare copriva persino le sirene dell'ambulanza- lo guardò con un espressione incredula.

-Tu sei l'essere più arrogante e presuntuoso che abbia mai conosciuto.. il tuo ego immenso potrebbe farci morire soffocati in questa stanza all'istante-

Kyle sogghignò leggermente per quanto gli permettessero le smorfie di dolore..

-Come sei esagerata bionda- disse sarcastico – Mi reputo realista, il fatto che io abbia una bella voce non mi pare una cosa tanto inventata o no? - Lo guardò con aria finta sedotta.. Sbattendo velocemente le ciglia

-Oh mio dio non parlarmi così che mi fai emozionare.. Stai elemosinando complimenti dalla sottoscritta ti rendi conto? - Kyle ghignò

-Non si trattava di complimenti. Volevo solo istruirti ad essere realista- non faceva una piega come discorso dovette ammetterlo. Non trovando nessun altro modo per attaccarlo decise di andare sul tradizionale..

-Non dovresti stare troppo male per sparare tutte queste idiozie?-

-E tu non dovresti fare la brava infermiera che sta in perfetto silenzio?- Daphne premette un po' più forte del dovuto provocando un gemito di dolore da parte del ragazzo. Mise su un espressione di finto dispiacere misto a soddisfazione..

-Perdonami ma sai com'è le brave infermiere a volte sono un tantino vendicative-

-Ma che spiritosa che sei biondina.- proclamò con sarcasmo

-Oh grazie sai prendo spunto da te- La risposta del ragazzo doveva essere molto veemente ma si interruppe sentendo lo squillo del telefono di casa.. -Stia fermo vostra altezza andrò io a fare le sue veci..- e corse giù prima che riattaccassero..

-Casa Bright chi parla?- salì le scale con il cordless mentre si dirigeva verso la camera dove stava Kyle. Una voce acuta e penetrante l'aggredì senza mezzi termini. Le uniche parole di senso compiuto che riuscì a distinguere tra le urla fu un “ Voglio Kyle”. Appena entrò porse immediatamente il telefono al ragazzo con una espressione incredula.

-Credo che questa pazza al telefono voglia te.- disse sbuffando passandogli il telefono. Kyle la guardò scettico prima di afferrare il telefono e assottigliare la voce.

-Jessica? Non mi devi più chiamare te l'ho detto.- a quelle parole seguirono altre urla sconclusionate che fecero notevolmente innervosire il ragazzo che chiuse di botto il telefono con rabbia sussurrando a denti stretti qualcosa che suonava tipo “ donne”.

Ora una persona meno impulsiva probabilmente sarebbe rimasta in silenzio a quell'affermazione attribuendo la colpa alla dolorosa botta. Ma purtroppo per Daphne non doveva essere così. Lo guardò altezzosa.

-Non penso che quella al telefono possa essere considerata una vera e propria donna. Di solito le donne sanno mettere in fila due parole mentre lei no- Kyle la guardò scocciato.

-Senti bionda che ne dici di farti un po' di fatti tuoi e piantarla di torturarmi. Non hai niente di meglio da fare o per te sono l'unica attrattiva presente ? -

-Visto che il mio aiuto qui non è gradito vado fuori in giardino my lord. Mi raccomando apri la finestra quando esci non vorrei mai che tutto questo testosterone impesti l'aria- Si chiuse la porta alle spalle sbattendo e tornò in camera sua per prendere uno dei libri lasciatole da sua madre : Orgoglio e Pregiudizio.

Afferrò il suo cellulare e scese nel giardino trovando una bella sdraio con un tavolino sotto una quercia. La giornata era molto bella, il sole splendeva alto nel cielo e un tiepido venticello muoveva i rami. Quella calma però era destinata a durare poco. Un cane boxer attraverso correndo il giardino di casa Bright per inseguire un gatto che impaurito riuscì a trovare rifugio in casa. Poco più in la una ragazza che doveva avere all'incirca la sua età correva velocemente nella sua direzione. Daphne guardava la scena dal di fuori come se tutto ciò non potesse accadere realmente sotto i suoi occhi.

-York!! A cuccia stupido cane!- La ragazza gridando era riuscita a raggiungere il suo cane e a mettergli il guinzaglio. In quel momento si girò e notò Daphne seduta ad osservare la scena. La ragazza assunse un'aria tremendamente imbarazzata. Aveva i capelli neri e lunghi tutti arruffati probabilmente a causa della frenetica corsa. Doveva avere più o meno la sua età solo che era un po' più bassina di lei. Daphne decise di alzarsi e si incamminò verso la ragazza. Sorrise leggermente cercando di non metterla a disagio.

-A volte questi cani sono davvero da far perdere la testa – commentò Daphne piegandosi per accarezzare il cane. La ragazza rispose al sorriso perdendo finalmente la sua aria imbarazzata.

-Oh non lo dire a me. York è davvero inimitabile sotto questo punto di vista. Come riesce a far impazzire lui le persone non ci riesce nessun altro te lo assicuro.- Daphne si alzò e porse la mano alla ragazza.

-Piacere io sono Daphne comunque..-

-Piacere io sono Cherise. E per favore non fare commenti sul mio nome, me ne vergogno già sufficientemente - replicò con sarcasmo. Daphne fece una breve risata. Le cose stavano procedendo nel migliore dei modi fino a quel momento.

-No dai non è così terribile. In giro c'è di peggio te lo posso assicurare – Cherise continuava a sorridere e a quelle parole sogghignò.

-Tu sei nuova in questo quartiere? Non ti ho mai vista da queste parti- Daphne si irrigidì impercettibilmente.. sperò davvero di non dover dare spiegazioni..

-Si mi sono appena trasferita qui- disse in modo un po' più freddo del solito.. poi però riacquistò quasi subito il suo modo di fare spigliato e continuò a chiacchierare con Cherise.

-Quindi frequenterai la High School. Perfetto anche io vado lì a scuola.- Cherise , aveva notato Daphne, era quella classica ragazza perennemente entusiasta e sorridente. Piena di voglia di fare...- Magari la mattina potremmo andare a scuola insieme- e li Daphne ebbe davvero voglia di dare una testata al lampione accanto a lei. Le sarebbe piaciuto andare a scuola con Cherise. Ma ovviamente grazie all'educazione e alla completa gentilezza di Kyle sarebbe stato tutto inutile. Lei era orma costretta ad andare a scuola con quel troglodita che magari era morto dissanguato nel frattempo.

-Mi dispiace, ma sono già incastrata i miei..tutori mi faranno andare a scuola con il loro amabilissimo figlio..- Cherise assunse un'aria pensierosa

-Parli di Kyle? Eppure mi è sempre sembrato un tipo a posto- disse sempre con lo sguardo perso. Daphne fece un verso che assomigliava più che altro ad uno sbuffo irritato. Kyle era tutto fuorché un tipo apposto.

-Scherzi vero? E' egocentrico petulante noioso vanitoso e soprattutto..-

-Un bellissimo ragazzo- terminò una voce alle spalle di Daphne, che digrignò i denti spazientita. Ovviamente Kyle non poteva rimanersene sopra in casa nel suo lago di sangue. No, doveva scendere per rovinarle la vita.

-Non era quello che stavo per dire..- sobillò fredda. Kyle assunse la sua solita aria beffarda.

-Non dovresti avere questo atteggiamento.. ogni volta che fai una smorfia del genere ti escono le rughe- e si avvicinò con la mano come a volerle indicare. Ma Daphne con un gesto secco la schiaffeggiò. Cherise nel frattempo aveva seguito tutta la scena in silenzio con un sorrisino saputello sul volto come se quello che vedeva le stesse procurando molto piacere. Decise di interrompere quell'amichevole scambio di opinioni intromettendosi nel discorso.

-A quando le nozze? Giusto per curiosità- e si stampò un sorrisino angelico alla vista dell'espressione altamente omicida di Daphne e quella del tutto indifferente di Kyle.

-Nemmeno se fosse l'ultimo uomo sulla terra- ribatté Daphne risentita. Cherise rise brevemente e poi guardò l'orologio. Era arrivata l'ora di tornare a casa.

-Mi dispiace abbandonarvi qui sul più bello ma per me è arrivata l'ora di andare. Ci vediamo Lunedì Daphne. Kyle.- e senza aggiungere altro se ne andò per la sua strada.

Daphne rimase ad osservarla fino a quando non la vide scomparire dietro dei folti alberi e poi si girò lentamente verso Kyle che vedendo la sua espressione irata alzò teatralmente il sopracciglio guardandola dubbioso..

-Che ti prende bionda?- Daphne inquadrò la pompa gocciolante dietro Kyle e il pulsante di accensione fortunatamente proprio accanto al suo piede.

Ghignò malefica. Era giunta l'ora di raffreddare i bollenti spiriti di quel saputello.

-Oh niente solo..Questo- e diede una botta secca al pulsante che iniziò a bagnare tutto il ragazzo che preso alla sprovvista cercò di scansarsi velocemente ma ormai il danno era fatto. Era completamente fradicio. Daphne nel frattempo era corsa dietro il ragazzo e aveva afferrato la pompa continuando a bagnarlo ridendo come una matta.

Kyle, ormai rassegnato ad essere del tutto bagnato iniziò a rincorrere la ragazza.

-Vieni qui Evans non ti preoccupare ti farai un bel bagnetto-

-Non penso proprio Bright- ripeté Daphne con lo stesso tono che aveva utilizzato lui. Ma quella distrazione le costò cara. Inciampò in una zolla e d'istinto mollò la presa sulla pompa che finì proprio nelle mani del giovane che iniziò a ghignare.

-Oh ma tu guarda adesso chi è che ha la pompa biondina?- Daphne si alzò di scatto

-Non ti azzardare biondino so essere estremamente perfida ti avviso-

Ma lui in tutta risposta allargò maggiormente il ghigno.

-Vorrà dire che correrò il rischio- ed aprì di scatto la pompa iniziando a bagnare la ragazza che iniziò a correre seguita a ruota dal ragazzo. Iniziò una lotta per la conquista di quell'arnese che terminò con la caduta di entrambi. Daphne cadde sopra Kyle steso dritto a terra e rimasero qualche minuto in silenzio come se fosse cambiato qualcosa. Ad interrompergli però fu una voce maschile prettamente adolescenziale.

-Kyle fai baldoria e non ci inviti?- proferì il primo ragazzo. Era alto anche se non quanto Kyle e con un viso dai lineamenti molto marcati. Il secondo invece aveva un aria molto chiusa e riservata, era alto quanto il ragazzo accanto a lui ma i suoi lineamenti erano decisamente più dolci. Eppure avevano entrambi qualche tratto in comune.

-Baldoria con questa balena? Ma sei cieco? Alzati su su - Daphne offesa dalle parole di Kyle si alzò indispettita.

-Qui l'unico cieco sei tu Bright visto che ti reputi così bello..- rispose con voce rancorosa. Poi si volse verso i due ragazzi che la guardavano entrambi sorridenti.

-Piacere io sono Daphne. Visto che lo zotico qui presente è un maleducato..- in realtà lo stava facendo proprio per dare fastidio al famigerato zotico che in quel momento la guardava incuriosito. I due ragazzi le tesero contemporaneamente la mano e Daphne la strinse prima ad uno e poi ad un altro. Il ragazzo con i lineamenti marcati fu il primo a parlare.

-Io sono Chase. Perdona lo zotico ma a volta si comporta come se fosse cresciuta tra i gorilla.- Daphne sorrise divertita e si rivolse all'altro ragazzo.

-Io invece sono Alex piacere- si limitò a rispondere per poi andare da Kyle per farlo alzare. Chase così si rivolse a Daphne -Comunque hai ragione a dire che Kyle è cieco.. Be dire che tu sei una balena vuol dire davvero avere pessimi occhi- e le fece un occhiolino amichevole. Lei d'altro canto scoppiò in una risata divertita. Era davvero un tipo divertente quel ragazzo. Era proprio vero che l'apparenza inganna. Kyle si avvicinò ai due allontanando Daphne con stizza. Lei perplessa si voltò a guardarlo con espressione confusa. Non aveva fatto niente che motivo c'era di spingerla?.

-Noi tre ci andiamo a fare un giro bionda. Tu bada alla casa.- Oltraggiata Daphne si girò verso Kyle e con tutta la forza che aveva in corpo cercò di tirargli uno schiaffo. Ma la sua mano venne prontamente afferrata dal ragazzo che portò il suo viso ad una spanna da quello di Daphne.

-Fossi in te non lo farei.. So essere davvero vendicativo quando voglio..- Aveva recitato pari pari le parole che gli aveva detto prima la ragazza che con uno scatto si allontanò da lui e dopo aver salutato i due ragazzi rientrò in casa..



*********

La cena era andata meravigliosamente senza Kyle. Anche se Daphne continuava a pensare a come si era divertita in un primo momento con lui quel pomeriggio ma decise di scacciare quel pensiero immediatamente prima che prendesse il sopravvento.

Daphne era appena salita in camera e dopo essersi lavata si stava vestendo. Era più o meno mezzanotte e tutti erano andati a dormire. Kyle non era tornato e lei non riusciva ancora a prendere sonno a causa del sonnellino pomeridiano. Si mise sopra la maglia che usava come pigiama e sotto un pantalone di tuta e decise di scendere giù per prendersi un tè o per lo meno qualcosa che la facesse rilassare almeno un pochino. Scendendo le scale sentì delle voci concitate provenienti dalla cucina. Le riconobbe subito. Erano le voci di Kyle, Chase e Alex. Ferma sulla rampa di scale Daphne decise di scendere e proseguire normalmente con il suo programma ma quello che sentì la bloccò all'istante..

-Cosa hai intenzione di fare con lei?- era la voce bassa e roca di Chase..

-Scoprirai tutto a momento debito Chase..- rispose la voce bassa di Kyle. Poi ad intervenire fu Alex..

-E' una bella ragazza lo devi ammettere.. E oggi in giardino sembravate piuttosto affiatati..- Il respiro di Daphne si mozzò all'istante. Stavano parlando di lei..

Cosa sarebbe successo allora fra poco tempo? Kyle aveva detto che avrebbero scoperto tutto a tempo debito.. Ma cosa???

C'era qualcosa riguardante lei che Kyle le teneva nascosto. Ma una cosa era certa. Sarebbe riuscita a scoprirlo. In un modo o in un altro.


Nella Fine Il Principio..1 capitolo









Quando il sole è alto nel cielo ci sembra quasi che tutti i problemi sparissero in confronto alla sua luminosità.. Ti viene spontaneo pensare che diamine è una bella giornata non è necessario essere tristi. Però poi quando il sole cala ti accorgi che quei problemi che avevi messo intenzionalmente da parte non sono scomparsi, si sono solo limitati a nascondersi per darti l'illusione che tutto vada per il meglio, che non ci sia bisogno di preoccuparsi, ma in realtà sono lì pronti a tornare. Daphne Evans quella notte non riusciva a dormire, come tanti notti da un mese a quella parte era ossessionata da incubi che sembravano non volessero darle quella pace tanto ricercata. L'indomani ci sarebbe stata la lettura del testamento e lei sarebbe venuta a conoscenza di ciò che i suoi genitori le avevano lasciato in eredità. Si mise seduta sul letto e prese a guardarsi intorno ripensando ai suoi incubi.


Come sempre sognava l'incidente dove i suoi genitori avevano perso la vita un mese prima. Quell'incidente l'aveva segnata profondamente togliendole la vitalità e l'entusiasmo fondamentali all'età di sedici anni e che sempre erano state sue caratteristiche principali. Al ricordo calde lacrime cominciarono a solcare il viso della ragazza ormai abituata ad abbandonarsi a quella sensazione di vuoto alla base dello stomaco. Continuava a ricordare i sorrisi dolci di sua madre gli abbracci di suo padre. E tutto faceva dannatamente male. Si alzò e si affacciò alla finestra sperando che il contatto con l'aria fresca primaverile riuscisse a farla riprendere. Appena uscì fuori un tiepido venticello andò ad asciugarle quelle lacrime che ancora rigavano ostinate le guance della ragazza. Quel panorama era molto diverso da quello che vedeva dalla finestra della sua stanza. Durante quelle settimane a seguito della morte dei suoi genitori era stata ospitata da dei lontani parenti di sua madre nella loro casa di campagna. Tutti erano stati sempre gentili e disponibili con lei dal primo momento. Ma Daphne aveva sempre odiato quella compassione che imperterrita aleggiava nei loro occhi. Lei non aveva bisogno di essere compatita. “ Domani tutto cambierà” pensò con una sorta di malinconia nella voce. Probabilmente la sua famiglia adottiva sarebbe stata quella ma sperò con tutto il cuore che non fosse così.


Sarebbe stata eternamente grata a quella famiglia per averla accolta nel momento del bisogno ma si rese conto che per quanto fossero stati gentili non avrebbe mai potuto resistere in un ambiente così diverso dal normale. L'aria iniziò a farsi sempre più fresca tanto da provocare brividi leggeri sulla pelle di Daphne che decise di rientrare. Si chiuse la finestra alle spalle e pian piano nella penombra della stanza si diresse verso un cassetto della scrivania alla ricerca del suo portafortuna.

Non era un portafortuna vero e proprio, ma era l'oggetto che maggiormente le ricordava i suoi genitori.

Una collana di quella antiche in grado di contenere piccole fotografie. Con mano tremante Daphne l'estrasse lentamente dal cassetto aprendo il ciondolo delicatamente. Una piccola foto raffigurante lei quando era bambina in braccio ai suoi genitori spiccava nel buoi della stanza. Sorrise leggermente osservando il sorriso della madre. Un sorriso pieno d'amore. Quella notte immaginò che i suoi genitori non fossero più così distanti da lei ma li al suo fianco pronti a proteggerla in quella nuova avventura. Si rimise nel letto sotto le coperte e dopo tanto tempo riuscì ad addormentarsi con un sorriso luminoso sulle labbra. L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno e lei avrebbe cercato di affrontarlo nel migliore dei modi.

******

I raggi del sole filtravano dalla finestra alle prime luci dell'alba e Daphne infastidita ficcò la testa sotto il cuscino fino a quando un leggero bussare non interruppe il suo sonno.

-Posso entrare?- sentì la voce delicata di Emily, la prozia di suo padre titubante aspettare il permesso da dietro la porta. In quel mese Daphne non era uscita quasi mai dalla camera tranne che per mangiare o fare qualche passeggiata. Quasi si sentì in colpa per il trattamento che aveva riservato a quella famiglia che comunque era stata molto disponibile con lei.

-Avanti Emily-rispose cercando la voce più dolce che riusciva trovare nel suo repertorio.

Emily era una donna sulla settantina d'anni un po' robusta con lunghi capelli bianchi raccolti sempre in una coda bassa e con un dolce sorriso sempre presente sulle labbra carnose. Il volto era solcato da rughe che segnalavano la sua veneranda età. Al suo ingresso Daphne si sollevò dal letto scostandosi dal volto i capelli biondi appoggiandosi con la schiena alla testiera del letto osservando Emily mentre entrava nella sua stanza con un vassoio della colazione.. La donna fece cenno al letto nella muta richiesta di potersi accomodare e Daphne annuì. Vedeva che la Donna era notevolmente nervosa. Il problema è che non riusciva a coglierne il motivo. Si contorceva le mani e nonostante l'espressione dolce i suoi occhi avevano un barlume di malinconia.

-So che questo è stato il mese più brutto della tua vita e mi dispiace non essere riuscita a starti accanto e non essere riuscita ad aiutarti. - Daphne ascoltava in silenzio le parole della donna e pian piano i ricordi di quel mese iniziarono ad affiorare. Le urla,i pianti,le crisi, gli incubi tutto era impresso nella mente della ragazza. - Nonostante tutto, Daphne io ho cercato di farti sentire parte di questa famiglia e anche se so che non sarai affidata alle mie cure, io ti riterrò sempre parte della mia famiglia e per dimostrartelo.. Voglio che questo appartenga a te-

L'anziana signora incurante della voce tremolante si tolse l'anello di fidanzamento e lo porse ad una Daphne immobile dalla sorpresa. Era stata terribile con quella donna eppure lei aveva imparato a volerle bene in quel mese, cercando di aiutarla nel miglior modo possibile. Continuò ad osservare l'anello che la donna le porgeva. Era una semplice fedina d'oro bianco ma Daphne sapeva quanto volesse significare quel dono per la donna. Le aveva appena donato parte della sua vita e dei suoi ricordi. Senza dire nulla si alzò e sotto lo sguardo stupefatto della donna l'abbracciò. Le mancava quella sensazione di amore che solo un abbraccio riusciva a donarti. Dopo un po' si staccò dalla donna e la guardò negli occhi. Qualcosa stava cambiando lo poteva avvertire nell'aria quel cambiamento quasi impercettibile, sorrise leggermente alla donna

– Ti ringrazio davvero Emily per tutto quello che hai fatto per me in questo mese. E mi dispiace per come mi sono comportata. Questo anello lo terrò sempre con me te lo prometto.- Emily osservava la ragazza con un sorrisino divertito sulle labbra grinzose – A quanto pare l'umore sa migliorando- Daphne si alzò e si affacciò alla finestra contemplando il panorama con un sorriso luminoso – Forse.. - poi si volse e come illuminata tornò con un salto di fronte al letto guardando la donna con occhi spalancati.. -Emily sbaglio o hai detto che sai a chi sarò affidata? - Se la ricordava quella parte del discorso in quanto in un primo momento aveva pensato di interrompere l'anziana e chiedere informazioni ma alla fine si era ricreduta e aveva continuato ad ascoltare. Emily guardò imbarazzata la ragazza indecisa sul da farsi. -Ma io non dovrei dirti niente tesoro- disse dubbiosa.

Daphne afferrò le mani di Emily e con calma parlò, -Ma Emily renditi conto sarà meglio per me arrivare in un certo senso preparata all'apertura del testamento- stava per scoprire le persone che sarebbero diventate punti cardini della sua vita..

La donna si alzò e dubbiosa guardò la ragazza. Vide negli occhioni verdi di Daphne tutte le emozioni che provava e che non riusciva a nascondere. Si risedette sulla poltrona e continuò a fissare la ragazza che sempre più incuriosita si muoveva sul letto. Prese un bel respiro e iniziò a parlare.. - Tu sai che io sono l'unica tua parente vero? - Daphne annuì impaziente – Ma la volontà dei tuoi genitori non è stata quella di affidarti ad una povera donna anziana e per questo hanno tutta la mia stima. Non perché io non ti voglia sia ben chiaro ma , Daphne io ho una certa età e sicuramente non sarebbe stata la scelta più giusta per farti vivere un'adolescenza felice ne convieni?- Daphne rifletté sulle parole della donna, in un certo senso le dispiaceva che quella donna fosse costretta a vivere così sola in quella casa di campagna. Si limitò ad annuire e la donna continuò – Devi sapere che sin dall'infanzia tua madre ha avuto un'amica, ma di quelle speciali, la cosiddetta migliore amica, il suo nome era Valerie – e qui Emily fece un mezzo sorriso ricordando sua nipote e la piccola Valerie da bambine -Erano inseparabili, due forze della natura, sono cresciute sempre insieme e non si sono mai divise. Questa donna è anche la tua madrina. Il problema sorse poco dopo , quando tu avevi già compiuto due anni, il marito di Valerie, Robert dovette trasferirsi per lavoro a Chicago e Valerie con suo figlio , che se non mi sbaglio dovrebbe avere all'incirca la tua età, si trasferirono con lui. Tua madre soffrì molto all'inizio la lontananza di Valerie, ma nonostante tutto le due sono rimaste amiche, continuando a scriversi e a tenersi in contatto.- Emily si fermò per lasciare il tempo a Daphne di assimilare tutte quelle informazioni. Daphne da parte sua era molto confusa . Possibile che conoscesse davvero così poco del passato dei suoi genitori? - Quindi io verrò affidata a questa donna? La mia nuova casa sarà Chicago? - gli interrogativi continuarono ad attanagliare la sua mente ma Daphne decise di metterli da parte . Emily annuì piano -Si piccola mia. Andrai a vivere con la tua madrina. Ma non ti preoccupare avrai tanto tempo per conoscerla meglio . E credimi quando ti dico che è davvero una persona meravigliosa- in quel momento l'orologio segnalò le nove del mattino ed Emily si alzò. Era giunta l'ora di prepararsi. Guardò Daphne con aria decisa.

-Adesso preparati Daphne la tua nuova vita sta per cominciare. Fra un'ora verrà a prenderci un auto per portarci dal notaio. Sta tranquilla- e detto questo uscì dalla stanza lasciando dietro di se una Daphne decisa e pronta ad affrontare al meglio tutto quello che le sarebbe successo nelle ore seguenti.

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Alle dieci, una macchina nera parcheggiò di fronte alla casa di campagna della vecchia prozia Emily. Daphne era nervosa, batteva il piede fasciato da un paio di ballerine sul pavimento della cucina ,mentre Emily era intenta a guardare fuori dalla finestra. Aveva deciso di vestirsi in maniera ne troppo elegante ne troppo sportiva, così aveva optato per una via di mezzo. Ballerine azzurre pantalone bianco e una magliettina azzurra in tinta con le scarpe. Le era sembrato futile preoccuparsi del vestiario in quel momento ma forse, preoccuparsi di cose ordinarie sarebbe stato il primo passo per ritornare a condurre una vita un po' più normale. Emily appena vide la macchina parcheggiare sorrise incoraggiante alla ragazza. Un leggero bussare attirò la loro attenzione. Emily rispose velocemente – Arrivo – Daphne rimasta prese le sue ultime cose e salutò per un ultima volta quella casa che in quel mese aveva imparato a conoscere da cima a fondo.

Un leggero tossicchiare la fece voltare verso la porta. Accanto ad Emily c'era un uomo di bell'aspetto che la guardava con un sorriso di circostanza. Daphne lo osservò incuriosita. A quel punto ad interrompere lo scambio di sguardi intervenne la voce delicata di Emily -Daphne quest' uomo è Robert Bright. Robert questa è mia nipote Daphne - Daphne aveva sempre avuto un ottima memoria e fu per quel motivo che quasi sobbalzò nel sentire il nome dell'uomo.

Robert Bright.

Il marito di Valerie. La famiglia a cui sarebbe stata affidata. Robert si fece avanti sorridendo sempre a Daphne e le porse gentilmente la mano – Sei cresciuta molto dall'ultima volta che ti ho vista Daphne. Mi ricordo che eri uno scricciolo all'epoca- Daphne strinse a sua volta la mano dell'uomo – Mi dispiace ma io non ricordo proprio signor Bright- utilizzò un timbro formale per rivolgersi all'uomo che sorrise istintivamente – Andiamo Daphne mi fai sentire un vecchiaccio – si voltò verso Emily con un sorrisino di scuse – Senza offesa ovviamente- poi si voltò nuovamente verso la ragazza -Quindi a meno che non vuoi far venire una crisi di mezz'età ad un povero uomo ti pregherei di chiamarmi Robbie.. - Daphne si trovò a sorridere senza un motivo preciso. Quell'uomo era proprio strano.. - Mi impegnerò allora...Robbie- Emily vedendo la ragazza tranquilla si calmò a sua volta. Robert era sempre stato un tipo divertente e particolare, per questo aveva pensato di farsi venire a prendere da lui .Almeno per dare il tempo a Daphne di abituarsi all'idea. Robert guardò l'orologio e notò che erano leggermente in ritardo.. - Bene signore, terminati i convenevoli suppongo che possiamo partire, il viaggio non sarà lungo. - Uscirono dalla porta e Daphne rimase un po' indietro perché si era presa l'incarico di chiudere la porta. Vide un po' più in là Robert aprire lo sportello all'anziana prozia e aiutarla a sedersi in macchina. Dopodiché si girò nella sua direzione incuriosito dalla sua immobilità. Daphne si riscosse subito e si affrettò a raggiungere la macchina. Robert prima di salire in macchina la guardò con un mezzo sorriso amaro sulle labbra – Sei pronta Daphne?- chiese serio. Daphne si voltò un ultima volta in direzione della vecchia casa e poi tornò a guardare Robert.

-Si adesso si- e dopo aver sorriso all'uomo entrò in macchina.

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Viaggiavano da quasi un ora e mezza quando finalmente entrarono a Chicago. Per tutto il tempo Daphne aveva parlato del più e del meno con Robert o “ Robbie” come tanto aveva specificato lui. Dopo la prima oretta di viaggio la prozia si era lentamente addormentata e Daphne aveva colto l'occasione per porre qualche domanda a Robert..

-Verrò affidata a voi giusto ?- Robbie a quelle parole rimase un po' titubante ma rispose ugualmente con un sorrisino tirato sulle labbra – Alla fine Emily te l'ha detto..- Daphne lo guardò un po' arrabbiata – Ha fatto la cosa giusta.. Odio essere tenuta all'oscuro di cose che mi riguardano- Robert sorrise alla ragazza – Hai un bel caratterino.. Comunque per rispondere alla tua domanda si verrai affidata a noi.. Appena arriveremo dal notaio conoscerai mia moglie Valerie, suppongo che Emily ti abbia raccontato tutto – Daphne annuì leggermente.. Poi Robert continuò – Abbiamo due figli, Kyle e David . Kyle ha 17 anni David 5 . David è una piccola peste sempre in movimento e con una parlantina in grado di distruggerti.. Kyle è un tipo un po' diffidente all'inizio ma scommetto che appena vi conoscerete meglio andrete subito d'accordo..Da piccolini giocavate spesso insieme..- Il resto del discorso non lo sentì.. Ormai era persa fra i suoi pensieri.. Da come l'aveva descritto il bambino doveva essere davvero speciale “ Non ho mai avuto un fratello minore “ pensò meccanicamente. Poi pensò al più grande Kyle. Robert era stato abbastanza vago su di lui, aveva detto che da piccoli giocavano insieme; strano perché lei non si ricordava molto di lui. Persa fra i suoi pensieri non si era accorta che la macchina si era fermata in una via abbastanza trafficata. Emily si era svegliata e adesso discuteva con Robert sul fatto che erano in ritardo di cinque minuti.

-Ok zia siamo in ritardo ma non possiamo farci niente. Robert non vorrei sembrarti maleducata ma non mi sembra il momento i discutere quindi per favore , prima entriamo e prima usciamo. - spazientita e sotto lo sguardo perplesso dei due adulti, Daphne scese dalla macchina guardandosi in torno. Il vento le scompigliava i capelli e lei sollevo lo sguardo verso il grattacielo di fronte a lei. Robert e Emily nel frattempo l'avevano raggiunta e con un sorrisino di scuse si incamminarono verso l'entrata. All' ingresso una donna gli aspettava. Era alta e bionda con i capelli corti. Vestiva un tailleur beige con una camicia bianca e continuava a sorridere nella loro direzione. Non ci volle molto per capire chi fosse. Valerie ,la moglie di Robert , la migliore amica di sua madre , la sua madrina , la sua tutrice. Robbie si avvicinò alla moglie e la baciò delicatamente e indicandole Daphne che si sentì sotto esame.

-Buongiorno Emily- appena arrivata Valerie baciò una guancia alla prozia con affetto. Poi si girò verso Daphne e in un impeto di affetto l'abbracciò istintivamente sorridendo poi imbarazzata – Scusami Daphne.. Non ti ricorderai certo di me.. Io sono Valerie – Daphne era rimasta sorpresa dall'entusiasmo della donna.. - Bhe in effetti non mi ricordo molto.. Ma tanto a quanto pare avremo molto tempo per conoscerci..- Valerie si girò in direzione del marito con rimprovero..

-Come sai mantenere i segreti tu non ci riesce nessuno- lo guardò rassegnata.. Robert alzò lo sguardo verso la moglie..

-Tesoro le ho fatto un favore. Almeno adesso può affrontare la situazione più preparata – Valerie scosse la testa esasperata ormai il marito lo conosceva vecchio -Certo buon samaritano..Cammina- e mettendo un braccio sulle spalle della ragazza entrarono nell'edificio.

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Il notaio Robinson aprì in quel momento il testamento dei suoi genitori e iniziò a leggerlo ad alta voce. Daphne era seduta tra Robert e Valerie e ascoltava attentamente tutto ciò che l'uomo diceva. I genitori le avevano lasciato tutti i loro soldi depositati in banca come risparmi in più la sua casa che avrebbe potuto avere una volta compiuto diciotto anni. Come previsto era stata affidata secondo il volere dei suoi genitori alla famiglia Bright, che avrebbe potuto utilizzare i risparmi dei suoi genitori per il sostentamento della ragazza. Dopo circa un ora uscirono da quell'ufficio. Robert avrebbe accompagnato Emily a casa mentre Daphne sarebbe andata a casa con Valerie per avere il tempo di adattarsi e sistemarsi. Emily si avvicinò a Daphne con le lacrime agli occhi.

-Andiamo Emily non è mica un addio ci rivedremo presto – e con un sorrisino l'abbracciò. Immediatamente la donna la circondò goffamente fra le sue braccia..

-Ricorda che tu farai sempre parte della mia famiglia piccola – e accennò al suo anello adesso all'anulare della ragazza. Robert fece sedere la donna in macchina poi dopo un breve sorriso entrò in macchina e partì. Daphne si voltò verso Valerie che la guardava sorridendo.. Caricarono le valige in macchina e partirono per la nuova casa.

-Fa uno strano effetto vederti dopo tanto tempo. Sei diventata davvero stupenda Daphne

-Grazie Valerie.. E ti ringrazio anche per tutto quello che farai per me – Valerie fece una breve risata divertita.. - Non preoccupati Daphne , lo faccio con piacere.. Anche gli altri erano entusiasti.. David non vede l'ora di conoscerti- La ragazza si rese conto che Valerie aveva menzionato solo il piccolo , questo voleva dire che Kyle non era altrettanto felice?.. Con finta indifferenza si girò verso Valerie – Ne deduco che l'altro tuo figlio non sia felice della situazione- un lampo passò negli occhi della donna – Beh Kyle è un po' più riservato e diffidente, ma sono sicura che appena vi conoscerete meglio le cose cambieranno – Daphne fece un sorrisino di circostanza ma non aggiunse altro. Dopo pochi minuti arrivarono ad un quartiere di Chicago formato da tante villette a schiere. Si fermarono di fronte una villetta a due piani con un grande giardino. Era la classica villetta americana pensò Daphne, come quelle che si vedono nei telefilm. Parcheggiata la macchina Daphne prese tutte le sue valigie e si guardò un altro po' intorno. Valerie notando lo sguardo perso della ragazza le si avvicinò..

-Be possiamo dire in fin dei conti di avere una bella casa-

-Scherzi? E' stupenda..- Entrarono in casa e Daphne si accorse davvero della bellezza di quella struttura. Era luminosa e spaziosa. Stile tradizionale ma con un tocco di moderno. Valerie iniziò a mostrarle tutte le stanze. Il salotto era arredato con divani e poltrone. Un grande televisore al plasma torreggiava sul camino pieno di foto. La play-station era abbandonata sul tavolino al centro. Vari quadri erano appesi alle pareti. La sala da pranzo era grande e accogliente. Un lungo tavolo era al centro . La cucina era all'avanguardia comoda. C'era un tavolino che veniva utilizzato per i pasti più veloci. Dalla cucina c'era una portafinestra che portava in una verandina e al giardino. Dopo averle mostrato il primo bagno composto anche da una enorme vasca da bagno passarono al piano superiore dove c'erano tutte le stanze. C'erano quattro camere da letto più un bagno. La sua camera sarebbe stata tra quella di Kyle e David.

Dopo aver indicato le camere dei rispettivi figli entrò finalmente nella sua stanza. Era una stanza di media grandezza con un letto da una piazza e mezza con delle lenzuola bianche e azzurre finemente ricamate. Tutta la stanza aveva in prevalenza quei colori , i suoi preferiti; probabilmente si erano informati. Un armadio era situato di fronte al letto mentre una cassapanca con sopra uno specchio stava attaccato al muro accanto alla porta. Alla destra del letto c'era una scrivania di legno posta proprio di fronte una finestrella che dava sul giardino. Era perfetta. Raffinata ma allo stesso tempo alla mano. “ Un po' come me” pensò Daphne distrattamente. Poi la voce di Valerie interruppe i suoi pensieri

-Abbiamo cercato di arredarla secondo i tuoi gusti. Ti piace?-

-E' davvero meravigliosa. Grazie mille.- Daphne guardava riconoscente Valerie stava facendo davvero tanto per lei quella famiglia. Valerie guardò con dolcezza la ragazza.

-Non me ne volere ma io adesso dovrei andare a prendere David dall'asilo. Tu te la senti di rimanere o vuoi venire con me? - Daphne ponderò bene la domanda ma alla fine decise di rimanere a casa per disfare le sue valige. Appena Valerie uscì di casa si cambiò infilandosi al posto delle ballerine un paio di scarpe da ginnastica, al posto del top una maglietta a maniche corte sempre azzurra e bianca, si infilò i suoi comodi jeans e si legò i capelli mossi in una coda alta e iniziò a personalizzare la camera. Tolse dalla valigia tutte le foto che la ritraevano con i suoi genitori e le mise sul mobiletto accanto a letto, sulla cassapanca. Aggiustò tutti i suoi vestiti nell'armadio e dispose i suoi libri di scuola sulla scrivania. Uno dei primi acquisti fatto dai coniugi Bright per Daphne erano stati i libri di scuola. Lunedì sarebbe stato il primo giorno di scuola e Daphne avrebbe iniziato il suo secondo anno in quella scuola sconosciuta. Ad un certo punto si rese conto che dei rumori provenivano dal piano di sotto, probabilmente dalla cucina a giudicare dal rumore metallico. Così decise di scendere e andare a vedere. O Robert o Valerie dovevano essere tornati.

Ma appena varcò la porta della cucina capì che tutte le sue supposizioni erano sbagliate. Un giovane ragazzo alto e biondo cercava con aria svogliata qualcosa nel frigorifero. Gli occhi erano di un intenso azzurro cielo e i lineamenti del viso erano mascolini ma raffinati, quasi come se fosse un principe. “Finalmente ti conosco Kyle “ Daphne se ne restava ferma sull'uscio ma stanca si decise di palesare la sua presenza schiarendosi la gola leggermente. Kyle si voltò nella sua direzione, squadrandola da capo a piedi, non con cattiveria ma semplicemente con... indifferenza.

-Mm tu saresti la famosa Daphne? - Daphne si staccò dalla porta e gli si avvicinò leggermente.

-Famosa non direi però si sono io. Tu deduco sia Kyle. - Si diede mentalmente della stupida.

-Arguta deduzione.- disse con velato sarcasmo e freddezza continuando a rovistare nel frigorifero ignorando quasi la ragazza che si sentì presa in giro. Avevano detto diffidente. Avevano detto riservato. Ma evidentemente si erano scordati di definirlo asociale e completamente stronzo. Kyle in quel momento uscì dal frigorifero con una sprite in mano guardandola vagamente perplesso..

-Sei ancora qui? Pensavo te ne fossi già andata..- Daphne perse la pazienza e lo guardò con gli occhi verdi assottigliati. Aveva deciso di comportarsi così? Benissimo lei non sarebbe stata da meno. Se era la guerra quello che voleva, la guerra avrebbe avuto.

- Mi scusi eccellenza se per un secondo ho pensato di poter avere una discussione civile con lei, evidentemente mi sbagliavo. Non perderò altro tempo. E' stato un piacere Kyle- marcò volutamente il nome del ragazzo e dopodiché salì rapidamente le scale chiudendosi in camera. Se inizialmente pensava che quel ragazzo fosse carino si era sbagliata di grosso. Ne era certa quello che aveva ricevuto era stato solo un assaggio del famoso caratterino di Kyle Bright. Ma una cosa era certa, non si sarebbe fatta trovare impreparata. Era giunto il momento di far tornare in vita la grinta di Daphne Evans.